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CICERONE ATTACCA, MALDESTRAMENTE,  IPPOCRATE

E’ proprio il caso di citare la classica frase latina: Cicero pro domo sua”. Certo, non è più il tempo delle grandi esposizioni retoriche dei maestri del foro: adesso abbiamo a che fare con professionisti molto più modesti, che si devono arrangiare con ogni mezzo per sopravvivere. Questo però non vuol dire che si può fare ciò che si vuole, senza mantenere il rispetto delle deontologie, anche se viviamo in un momento storico in cui la storia ha rinunciato alla sua dignità classica, per abbracciare il pragmatismo più immaturo e, per questo, povero di idee. Cicerone aveva a che fare con un Senato Romano colto e coraggioso; i novelli ciceroni, talvolta sbarbatelli e immaturi, non sono coraggiosi, né tanto meno colti. Sono il prodotto dei tempi, duri e privi di morale. Non scherziamo, il Senato di oggi non sveglierebbe le oche del Campidoglio! Adesso, più che mai, sono attuali i versi di Dante Alighieri, che in qualche altra occasione, ho già citato, ma che repetire adiuvat, specie se si è tardi a recepire: “Povera Italia, di dolore ostello/ nave senza nocchiero in gran tempesta/ non donna di provincia, ma bordello.” 
Questa mattina (del 23 marzo), davanti ai cancelli del Policlinico Umberto I, si distribuivano volantini, intestati “voce alla vittima! onlus”, che terminavano con enormi numeri di telefono e di cellulari, aggressivi, come volessero dire, alle persone sofferenti, che vanno a farsi curare in Ospedale, “attenti che siete vittime potenziali e solo noi vi possiamo tutelare, per un risarcimento dei danni”. Immagino quale possa essere lo stato d’animo di chi arriva in un posto sacro della medicina mondiale, come il Policlinico di Roma, e si sente subito dire che deve stare attento perché i medici e le strutture sanitarie sbagliano. Certo, la consulenza è gratuita, ma i processi e gli avvocati costano: incoraggiare gli utenti a denunciare i medici e gli ospedali è come voler illudere tanti fantasiosi cittadini ed immigrati, avallati da tanti superficiali consiglieri, che si possa vivere per espedienti. Capisco che la gente ormai non sa come guadagnare, perché non c’è lavoro, e si organizza, come meglio può, per cercare nuove forme di sussistenza, anche virtuali, ma bisogna stare attenti, perché le cause si possono perdere e, in tal caso, gli avvocati e i Tribunali non fanno sconti. E che dire poi delle eventuali denunce per diffamazione, con risarcimento dei danni? Saranno questi giovani missionari del diritto a pagare le spese?
Mi stupisce il fatto che non sia ancora intervenuto l’Ordine degli Avvocati per esaminare questa vicenda; per quel che mi riguarda, invito che lo faccia l’Ordine dei Medici, a cui io appartengo. Certo, quanto sta accadendo mette in evidenza la debolezza attuale degli Ordini, che si trovano spesso uno contro l’altro, come in questa occasione: forse siamo alla fine di tutti gli Ordini? Chi lo sa, il tempo ci darà la risposta!

Prof. Antonio Vento

Roma 23-03-09

 

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