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LA FRAGILE STORIA DELL’UOMO

Porsi tante domande sulle origini, sia che si parli dell’uomo, sia che si faccia riferimento alle religioni, non è utile, anzi ci porrebbe in uno stadio di mediocrità critica e di insufficienza mentale, che non sono certo degni dell’esistenza, la quale va vissuta nella coscienza delle sue possibilità, senza dover ricorrere a miti o a religioni per poter sopravvivere. Invece è da circa cento ottantamila anni che miti e religioni si susseguono e s’inseguono in una corsa spietata, il cui obiettivo è quello di vincere il terrore dello sconosciuto, soprattutto quello della natura, impenetrabile, seppure conosciuto, in buona parte, dalle scienze, soprattutto la paura della morte. Ai nostri giorni la paura nasce a causa di due elementi fondamentali, il mistero della vita e della natura e il segreto impenetrabile della morte. Gli uomini, per quanto possano credere di poter vivere una vita dignitosa e libera, nel nostro pianeta, sono sempre sottoposti all’imprevisto e all’imponderabilità degli eventi, dove anche la ragione deve ammettere la sua relatività umana. Di fronte a tutto questo ogni singolo si sente fragile e privo di difese, se non si fa ricorso a entità astratte, a cui attribuire poteri particolari, che superano la nostra stessa fantasia, per potere affidare a loro capacità infinite, a noi sconosciute e per questo rassicuranti. E’ chiaro che tale sentimento di sicurezza è, di per sé, vuoto e serve soltanto ad alimentare le nostre illusioni, che devono controbilanciare il grande sentimento di paura, che fa parte integrante della vita di fronte alla natura e all’universo. La politica, nel corso degli anni, è diventata la tecnica che i più malvagi, che fingono di credere nella società e nella democrazia, adoperano per soggiogare i popoli ed appropriarsi dei vantaggi delle convivenze. Lo fanno recitando il ruolo, quasi buono, di uomini che si occupano dei bisogni di tutti, quando invece sfruttano le situazioni, rubano ipocritamente e scatenano le guerre, per il dominio sull’economia. Un esempio lampante è stato l’attentato alle torri gemelle dell’11 marzo, a New York. Si sono inventati il terrorismo, perché ormai erano finite le tensioni col comunismo e le guerre nucleari non erano più gestibili. Quando si arriva a queste determinazioni, vuol dire che non si ha più rispetto per l’uomo, ma si pensa solo al potere dell’economia e dei mercati. L’America ha voluto convincere il mondo intero che il vero nemico è il terrorismo: tutto questo è falso, ma è servito per invischiare nel suo perfido progetto storico tutte le altre nazioni, rendendole partecipi delle spese belliche e delle perdite umane. Non è la liberta che si difende, ma una falsa democrazia, come direbbe Tocqueville, il cui fine non è la difesa dei diritti umani, ma la violenta repressione degli uomini. Che dire poi delle religioni, che vivono la loro grande decadenza, senza porsi alcun problema di coscienza? Guardiamoci attorno per notare quanti pedofili, falsi profeti e impostori della mente e delle coscienze si annidano nella cristianità. Lo stesso Vaticano è un nido d’ipocrisia e di violenza: altro che santità! Non è più tempo di deleghe esistenziali o spirituali: la nostra vita è il nostro tempo e perciò tocca a ciascuno di noi spenderlo nel modo migliore e più giusto, dove giustizia vuol dire rispetto degli altri, quali esseri umani.

 Prof. Antonio Vento

Roma 02-08-10

 

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