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RIFLESSIONE

La politica è antica quanto il mondo: esempi di politica, senza distinzione di sesso, li riscontriamo in ogni dove del tempo vissuto. Basta ricordare Paride ed Elena, Edipo e la madre Giocasta, Ulisse e Penelope, Antonio e Cleopatra, i fratelli Cesare e Lucrezia Borgia, Bush e la signora Clinton e così via; i danni l’hanno fatti i maschi, ma non di meno le femmine, che però si nascondono spesso dietro il vittimismo storico. Vorrei, per esempio, ricordare che la politica, quella interventista, nel sociale in senso antropologico, l’hanno innescata fondamentalmente le donne: quasi tutte le faide, nei paesi di mafia, sono scaturite da un comando femminile. E allora, perché insistere sul presunto dolore dell’emarginazione del sesso femminile? Perfino la prostituzione, oggi, si organizza sul dato femminile, visto che il bisogno espresso dalle donne che si prostituiscono non è quello del sesso, bensì quello  di arricchirsi, avendo capito che il potere si regge sull’economia più che sugli stanchi ormoni. Non c’è dubbio che la politica è stata la più grande prostituta che la storia ricordi e che i politici sono i peggiori amanti, frigidi e spesso impotenti perché ubriacati dal potere. Non a caso la polis e la politica sono al femminile, come lo sono anche, ossimoricamente, la democrazia e la dittatura, salvo poi dire: il governatore, il politico, il dittatore e così via. E questo non è solo un fatto italiano: sono stato, in questi giorni, per ragioni di lavoro, in Romania dove, disquisendo con un esperto di economia del posto, mi è stato confermato, senza alcuna ombra di dubbio, che la loro economia si regge sulla prostituzione; e chissà quant’altre economie. Basta rammentare i diversi club privati, che sono organizzati da personaggi conosciuti, dello spettacolo e della mondanità, compresa la politica, a dispetto di ogni morale laica o cattolica. Un mio paziente mi confida che una sua amica, studentessa già curata, a sua volta, per depressione, ha trovato il coraggio di prostituirsi una sola volta e di aver trovato giovamento da questa sua scelta. Mi pare l’attuazione dello slogan di Baudelaire: “Amore è prostituzione!” Probabilmente la nostra vita sociale non sviluppa più amore e per cercarne un po’ bisogna ricorrere all’elemosina affettiva. A confondere ancora di più le idee della molteplicità umana sbandata ci si mettono in mezzo anche i preti, che rivendicano il matrimonio per non rischiare l’estinzione: ma dove va a finire la vocazione? Perché dovremmo ascoltare o credere chi vive e pensa come noi, senza affidarsi ad una missione superiore, che accetti uno stile di vita diverso dal nostro? Forse attenuerebbe la pedofilia ricorrente dei preti non ispirati, forse anche la masturbazione e l’omosessualità, ma quali consigli potrebbero dare costoro ai poveri e agli indigenti?  Sarebbe meglio che la Chiesa iniziasse a pensare alla qualità più che alla quantità. Ma tornando alle donne, facciamola finita con tutte le stupidaggini che si mettono in giro e diciamo pure la verità: ormai i valori si vanno a far “fottere” e resta solo la sete di potere; l’omosessualità pareggia i conti e si inizia il processo a ritroso verso un essere auto-fecondante, come la primitiva cellula che si sviluppava e si moltiplicava per cariocinesi. Probabilmente è giunto il momento dell’estinzione, come è stato per i dinosauri e per altre specie: quale paradosso, resta solo la tecnologia.

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 Prof. Antonio Vento

08-12-06

                                                   

 

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