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RIFLESSIONI

Miei cari lettori, so bene che i problemi della vita quotidiana sono tanti e che, per questo, ognuno di noi si aspetterebbe messaggi di evasione e di tranquillo riposo, ma con tutta la mia buona volontà mi rendo conto che questo non è possibile, se non si vuole rinunciare al bisogno di esserci su questa nostra terra. Le possibilità di farsi appena notare sono poche: se taci vivi d’inedia e di privazioni; se parli rischi di essere mal compreso e forse anche represso; se fai qualcosa che non sia in linea col sistema sociale paralizzante e annullante vieni emarginato. Gli intellettuali di oggi sono banali e tutt’al più pedine del sistema; i politici sono comodi cialtroni che pensano solo di rifarsi la poltrona (il proporzionale con le liste fatte dai partiti annullano ogni bisogno popolare di democrazia); i burocrati sono mignatte preoccupate della carenza di sangue da succhiare; i banchieri e i finanzieri sono ladri indisturbati (vedi le vergogne della Banca Mondiale); i partiti sono invidiati dalla più casinista massoneria; i presidenti delle grandi potenze sono grandi affaristi e piccoli uomini; i professionisti sono i disorientati della storia; le università sono delle aziende pulciare, prive di orgoglio e di amor proprio; i maschi si prostituiscono, dove già le donne si sono prostituite (avessimo almeno il coraggio di sostenere l’orgasmo con l’apertura dei casini, la chiesa storica permettendolo!); Beppe Grillo (quello che era o quello che è?) si auto-declama  presidente della Telecom (è tutta una risata); gli stati, dopo le privatizzazioni, non avendo null’altro da vendere, farebbero bene se vendessero gli spermatozoi degli ultimi soggetti, ancora muniti di testicoli, prima che la specie si estingua; gli extracomunitari sanno benissimo che il tempo è a loro favore, sia per le nascite, sia per i beni che gli stupidi europei hanno messo da parte, col loro capitalismo (la morte livella tutti); le assicurazioni sono grate e devote (anche pecuniariamente) ai governi, che non garantiscono ai giovani una pensione; il lavoro è una chimera virtuale, per chi non vuole lavorare, e un sistema di controllo per chi lo ama; la nascita, la malattia, la morte, sono un solo commercio (di azoto che si trasforma in ossigeno letale); ma ci chiediamo quale sia lo scopo di questa esistenza? Mi perdonerete per la mia sincerità: almeno non avrò sorprese.

09-05-07

Prof. Antonio Vento

 

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