Università degli studi di Roma
La Sapienza
OSSERVATORIO NAZIONALE MOBBING

HOME    MOBBING    PUBBLICAZIONI    ARTICOLI    CONVEGNI E SEMINARI    CONSULENZE    RICERCA    LINK

 

Indice


SADDAM E IL TRIONFO DELL’IPOCRISIA
 

Quando un popolo si stupisce davanti alla storia vuol dire: o che il popolo è sciocco, o che la storia è una meschina macchinazione  di potere che non ci appartiene come tale, anche se poi ci tocca profondamente sul piano morale e dell’ontologia. A me pare che in tale confusione (patologica, di decadenza) rientrino entrambe le componenti. Uccidere Saddam Hussein è stata sicuramente una cosa facile: preda degli americani e degli iraniani, mal processato nel nome di un “diritto positivo” che non s’è mai fatto sentire per rivendicare i diritti della gente, che sicuramente non moriva per Saddam (certamente colpevole in quanto dittatore) ma per una guerra ingiusta (come d’altronde tutte le guerre) scatenata da Bush e dai potentati americani i quali, con le guerre e con i massacri, costruiscono le loro sporche ricchezze, che annullano ogni forma di coscienza buona, dando spazio alla coscienza cattiva che sempre si annida nell’animo umano. E qui traspare un primo elemento di ipocrisia: è tutta gente che si definisce cattolica e democratica; e allora io rifiuto questo cattolicesimo e questa democrazia e mi definisco apolide e non teista. Dove sono i depositi delle armi batteriologiche tanto predicate da Bush, quale giustificazione di una guerra che nascondeva invece gli sporchi interessi petroliferi e di consumo di armi che dovevano essere smaltite in qualche maniera, per ripagare i suoi grandi elettori? E dov’è la carità cristiana (che sa perdonare) di questa gentaglia? In cosa si distingue questa democrazia dalla dittatura di Saddam? Dov’è finito il senso di negazione della pena di morte espresso da cittadini e politici, che oggi abbassano la testa davanti all’impiccagione del dittatore, anzi la considerano il giusto prezzo che doveva pagare alla storia?  Non dimentichiamo che in passato (e forse anche oggi) gli americani si sono distinti per l’ingiusta discriminazione nella scelta delle vittime da porre sulla sedia elettrica: noi italiani abbiamo avuto un esempio storico con gli anarchici emigrati “Nicola e Bartolomeo”. E quanti “negri o barboni” hanno pagato per i crimini e per i misfatti dei figli della ricca borghesia americana! E’ forse questa la giustizia storica? Certamente la ricchezza materiale delle famiglie potenti si crea con le guerre e con l’ingiustizia umana, che non si preoccupa di chi non ha da mangiare, di chi muore di freddo perché non ha una casa o di chi muore per mancanza di assistenza: la loro è una “morale” della sopraffazione e dei falsi diritti acquisiti, altro che della democrazia! Si dice poi che la guerra dell’Iraq è una guerra giusta perché ostacola l’espandersi del terrorismo: è la più grande stronzata di questo secolo. Il terrorismo nasce dalle disparità sociali e dall’ignoranza imposta dal potere (e lo dimostra anche la ripresa del terrorismo in Spagna); ogni altra definizione è soltanto una scusa valida per giustificare l’egoismo degli uomini. L’impiccagione brutale di Saddam non ripaga le vittime del suo cattivo governo, scatena invece altro odio ed altri risentimenti sociali e religiosi: non si può combattere il male col male; l’unica maniera possibile è quella che passa con la cultura e con la giustizia sociale.
Ma ormai siamo tutti “confusi” e ci moviamo, annaspando nella sporca storia, alla ricerca di qualche suggerimento o di qualche idea che possano metterci in pace con la nostra coscienza e voltare pagina. Ci penserà il silenzio ad acquietare gli animi falsamente rattristati. Anche la chiesa, purtroppo, si muove con diplomazia e con devoto rispetto dell’America. Non parliamo poi del tono trionfalistico del popolo ebraico, sempre pronto a spegnere la sete di vendetta col sangue del popolo palestinese e dei suoi “nemici” islamici. Purtroppo il male può generare soltanto male e il futuro ci riserverà gravi scompensi storici, altro che trionfo dello spirito e della giustizia! A completare meglio il quadro della stoltezza umana ci sono poi alcuni presunti intellettuali e comunicatori della notizia: ho sentito casualmente uno di questi (credo di origini ebraiche, antropologicamente segnalate da labbra sporgenti e divaricate, come un cratere da cui scaturisce una monocorde logorrea al posto della lava), mi pare si chiami Mogdi Allam (scusatemi se non l’ho scritto bene) che si preoccupava di trovare un capro espiatorio nei così detti “burattinai del terrore”, da lui intravisti negli sceicchi, che (sempre secondo lui) tramano per la destabilizzazione del mondo, mediante il terrorismo, come se non esistessero già i servizi segreti (forse sono suoi amici?) o gli agitatori storici della destra economica. La verità è che il nostro paese ha rinunciato all’autonomia della sua cultura ed ormai scimmiotta l’incultura tecnocratica degli americani: è diventato il pabulum del marcio internazionale (come un carbonchio attivo) dando a tanta “mondezza” l’opportunità di rifarsi fuori dei loro paesi, dove non sono stati capaci di ottenere una credibilità professionale. Il nostro Comune (Roma) è un grande esempio: l’assessore della cultura, dell’università e dei giovani è un congolese. Senza nulla voler togliere al Congo, credo comunque che di questi problemi non possa essere più informato di un intellettuale romano: forse è l’ansia anticipatoria per la “democrazia” che il sindaco teme di non sapere meglio esprimere? E tutti gli altri “esperti” di comunicazione che hanno trovato le porte aperte nel nostro paese, senza alcun apporto alla nostra cultura, che sacrifica invece tanti nostri giovani cervelli, costretti ad emigrare alla ricerca di un’avventura intellettuale? Lascio a voi le riflessioni.  

Auguriamoci un prossimo anno di pace e di buona volontà. 

  Prof. Antonio Vento

31-12-06
 

 

Tel.06-49918107, cell. 338-7710372, e-mail : ventoa@hotmail.it - Istituto di Anatomia Umana, via Borelli n. 50
Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale senza previa autorizzazione