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ZERO, ZERO, ZERO = 6 DI ROBERTO SAVIANO

Il nuovo romanzo di Roberto Saviano, scritto per l’editore Fertrinelli, in stato di romantica protezione, è l’altra sponda di Gomorra, anche se i due romanzi presentano un unico denominatore unificante che è il servizio ai servizi di stato, con tutte le facilitazioni che questo ruolo comporta. Le storie delle sostanze, anche se romanzate, ai giorni nostri, per avere un minimo di obbiettività devono rispettare i canoni della narrazione scientifica, anche perché l’autore si attribuisce un nuovo stile di narrazione che sta tra la scientificità del tema e il piacere della lettura. Si ritiene portavoce della lotta antimafia (in tutte le sue forme, camorra, ‘ndrangheta ed altro) e teorizza (con molta ingenuità, che non tiene conto dell’attuale livello raggiunto dal problema sostanze) la legalizzazione delle droghe pesanti e leggere (che per noi psichiatri, studiosi del fenomeno, sono altrettanto pesanti per le patologie derivanti) convito che questo possa comportare per i distributori delle sostanze un duro colpo e quindi la loro esclusione dal lucroso mercato delle droghe. Certamente lui, da semplice scrittore, che affronta il problema dal punto di vista dell’emotività e delle convenzioni, non è al corrente che oggi circolano circa 700 nuove sostanze (faccio qualche esempio: il khat o cathe edulis, pianta che si trova nella penisola arabica e nell’Africa orientale, le cui foglie masticate offrono all’utente la produzione di alcaloidi- come la cocaina – con il cathione e cathinone, che sono più potenti della stessa cocaina e che producono danni al cervello e alle vie urinarie, agendo alla maniera delle anfetamine e delle metanfetamine; gli sciroppi per la tosse (codeina) e il Tantum Rosa che le ragazze usano a fini ginecologici ed altre centinaia di prodotti propagandati e venduti in internet come nuove droghe e costano poco). C’è inoltre da aggiungere che tutte queste sostanze, non rientrando nel protocollo delle droghe ufficiali, non sono perseguibili e possono circolare con tranquillità di mercato, producendo danni maggiori. Allora, dico all’ingenuo scrittore di stato, a che serve liberalizzare la cocaina per togliere alla malavita questo mercato se altre 669 sostanze possono sostituirla? Direi anzi che un simile evento potrebbe causare danni umani e sociali maggiori per la gravità incontrollabile delle risposte psicorganiche a sostanze ancora poco conosciute e non classificate come droghe. Io posso capire che Saviano cavalchi il suo momento di successo alquanto narcisistico, ma non condivido la sua falsa sicurezza culturale, che purtroppo viene decantata dai mass media che rappresentano la mediocrità della cultura del momento. Purtroppo tutto questo accade per una ragione di incapacità a guardare la realtà con obbiettività e con onestà culturale, anche perché ormai la cultura si accontenta della superficialità e del comodo effimero del potere. Io non mi sono mai schierato col potere e quando mi sono appena accostato ad esso ho trovato sempre le porte chiuse; l’ho fatto qualche volta per motivi editoriali senza mai farmi raccomandare o sfruttare gli eventi sociali. Ho scritto diverse cose importanti, ma non ho mai avuto il piacere di trovare la disponibilità di un editore (per esempio Feltrinelli o Rubbettino) per una semplice lettura: eppure se “zero, zero, zero” di Saviano vale 6, i miei scritti (saggi e romanzi), a giudizio di lettori come il Prof. Franco Ferrarotti valgono di più.     

 Prof. Antonio Vento

11-05-2013
 

 

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